|   'Culto della Madonna del Giglio' Nel 1759, Affilefu colpita da una tremenda calamità, non nuova per i castelli abbaziali: 
        il terremoto.
 L' epicentro del sisma, questa volta, fu proprio la Terra affilana che 
        venne scossa
 profondamente da sussulti e tremori terribili che costrinsero la popolazione 
        a mettersi in salvo
 nell ' aperta campagna a causa dei crolli degli edifici.
 Uscendo da Porta Vipera in preda al panico, un gruppo di Affilani si era 
        posto in preghiera
 davanti ad una icona della Madonna che stava lungo la strada che conduce 
        alla località
 Pozzico, addossata ad una rimessa per animali. Innanzi all'immagine della 
        Vergine, qualche
 anima buona aveva posto alcuni gigli, già seccchi e cadenti per 
        il tempo trascorso e per la
 calura estiva.
 Mentre il popolo orava con sentita devozione per la salvezza del paese, 
        quei gigli rinsecchiti
 ripresero vita e assunsero l'aspetto di un fiore appena raccolto~ nello 
        stesso momento il
 terremoto, come per incanto, cessò. ..
 Questo è il racconto tramandato per via orale dalla popolazione 
        affilana, perchè un
 documento storico veramente attendibile sui fatti di quel periodo non 
        esisteva ne tra i
 documenti della Curia Sublacense ne tantomeno negli archivi comunali. 
        Solo alcuni giorni or
 sono, con l'aiuto del parroco don Tancredi, si è avuta la gioia 
        di realizzare un lieto
 ritrovamento: tra le disordinate scartoffie della parrocchia è 
        saltato fuori un foglio ingiallito
 che riporta una "brevis notitia" relativa alla Madonna del Giglio, 
        risalente sicuramente
 ali' anno 1813 e scritto per mano di un colto curiale a seguito di mons. 
        Contestabile.
 La cappella che oggi vediamo fu eretta, con i fondi di tutta la comunità 
        affilana, nel 1762 (
 dopo tre anni dall'avvenuto miracolo) e benedetta ufficialmente il 30 
        luglio del 1813 per
 mano del Vicario del Commendatario.
 Così attesta lo scritto ritrovato che qui vale riportare per intero, 
        data la sua unicità:
  
 "Brevis Notitiane vetusta Imagine SS.mae Mariae Virginis
 neLilio
 Cuius aedicula jacet extra moenia Oppidi
 Aphilarum in via del Pozzico.
 Anno nostrae Reparatae Salutis millesimo septingentesimo quinquagesimo 
        nono... Breve
 racconto sulla antica immagine di Maria Vergine Santissima del Giglio, 
        la cui cappella giace
 al di fuori delle mura del castro di Affile, in via del Pozzico. Nell 
        'anno della nostra
 riacquistata Salvezza 1759, il giorno 3 di agosto, minacciando un terribile 
        sussulto di
 terremoto, ripetutosi per tre volte, di distruggere dalle fondamenta il 
        castro di Affile, gli
 abitanti, oppressi dal terrore e fuggenti via nottetempo dalle case per 
        evitare il rischio dei
 crolli, avevano quasi abbandonato ogni speranza.
 Ma, oh meravig/ioso favore della pietà celeste, la Vergine Madre 
        di Dio che sempre nelle
 necessità è sollievo ai miseri, fu in quel luogo presente 
        prontamente e il flagello dell 'ira
 divina clementemente allontanò e come rifulse la sua ineffabile 
        potenza.
 Nella località detta volgarmente il Pozzico fuori dalle mura perimetrali 
        c 'era un
 antichissimo simulacro di Maria, dipinto in una icona su di una parete, 
        chiamata Madonna
 del Pozzico, davanti alla quale la devozione popolare aveva posto qualche 
        mazzo di gigli che,
 sia per la calura estiva, sia per la mancanza d'acqua, si erano completamente 
        inariditi ed
 erano talmente rinsecchiti da meritare di essere gettati nel fuoco,. ma, 
        oh miracolo, al primo
 mattino essi apparvero verdi e rifioriti come se fossero stati piantati 
        ancora nei giardini.
 Segno evidente della pace ottenuta dalla Beata Vergine presso il suo Dolcissimo 
        Figlio che è
 fiore di campo e giglio delle vallate," e fu così che in un 
        istante gli animi carichi di tristezza
 furono presi da grande gioia e da irrefrenabile felicità.
 Allora tutti gli abitanti, a frotte accalcatisi presso I 'immagine di 
        Maria con viva fede e con
 firma speranza, cominciarono a chiedere innumerevoli grazie utili sia 
        per I 'anima che per il
 corpo," tra i tanti graziati, infatti, si conta una fanciulla, totalmente 
        sorda e muta dalla nascita
 e che, essendo stata portata dai genitori ai piedi della detta immagine 
        della Beata Vergine,
 immediatamente riacquistò la salute non appena le fu sciolto il 
        nodo della lingua e furono
 aperte le sue orecchie"
 Finalmente I 'immagine della Madonna fu tenuta in onore e stima non solo 
        presso gli abitanti
 del luogo ma anche presso i forestieri che, nelle loro necessità, 
        ne celebrano i fasti e
 sciolgono i voti,
 A perenne ricordo dell 'accaduto ed a istanza di tanto beneficio ricevuto 
        per mano della
 Vergine dal popolo d 'Affile, in quello stesso luogo fu costruita una 
        cappella con proprio
 lavoro e con proprie spese nel 1762 e si stabilì, come si conserva 
        fino ad oggi nella prassi, di
 salutare la Beatissima Vergine con specifiche preghiere mariane per tre 
        volte la settimana.
 Ed in verità, il 30 luglio dell 'anno 1813, la suddetta cappella 
        con I 'aiuto dei devoti fu
 decentemente adornata e perfezionata; e per richiesta dei Parroci e per 
        desiderio di tutti fu
 solennemente benedetta dall 'Ecc.mo e Rev.mo Pro- Vicario Sublacense David 
        Contestabile,' e
 con piissimo cambio egli espose la reliquia sul suo altare a lode e gloria 
        della Beata Vergine
 Maria, la protezione della quale ovunque ci protegga e doni a tutti la 
        salvezza e la pace ".
 Fin dagli anni immediatamente successivi al miracolo, la pietà 
        popolare aveva fatto
 costruire una bella macchina lignea della Madonna ricoperta e rivestita 
        di abiti preziosi e di
 ricchi drappi, ricamati dalle mani delle donne affilane. Negli anni prebellici, 
        a causa di un
 banale incidente, la statua, che era stata portata in processione con 
        candeline e moccoli, prese
 fuoco e andò totalmente distrutta.
 Il Parroco don Giovannino Rossi ne fece fare una nuova, non più 
        rivestita di panno ma
 totalmente in legno; è quella che ancor oggi veneriamo e che veniva 
        riposta, come quella
 bruciata, nella chiesa di San Pietro all'interno del cimitero vecchio.
 Anche oggigiorno, come allora, dagli Affilani viene venerata con grande 
        affetto la Madonna
 Salvatrice e solennemente ringraziata con due imponenti processioni che 
        si snodano per le vie
 del paese tra canti festosi e fuochi artificiali nella prima domenica 
        di Agosto di ogni anno.
 Nel 1946 l'arciprete mons. Rossi, vista l'impossibilità di dare 
        asilo alla bella statua della
 Vergine del Giglio ne nella cappella antica che non poteva essere ampliata 
        in alcun modo data
 la sua ubicazione tra edifici privati ne nella fatiscente chiesa cimiteriale, 
        diede inizio alla
 costruzione di un nuovo tempio nella località Cavata o Bagno, proprio 
        sull ' incrocio della
 strada Sublacense e l'innesto d'ingresso al paese, tale che potesse ospitare 
        più degnamente la
 grande e pesante immagine di Maria.
 Il progetto era stato affidato all'architetto Florestano Di Fausto di 
        Rocca Canterano, legato
 da lunga amicizia con don Giovanni, al quale vanno attribuite molte opere 
        significative
 eseguite nelle colonie italiane d'oltremare. E' suo anche il progetto 
        della cappella della
 basilica di Santa Croce in Gerusalemme dove sono custodite le reliquie 
        del sacro legno della
 Croce di Gesù, come quello della nuova chiesa del Santuario di 
        Montevergine.
 La bella statua lignea della Madonna del Giglio, oggi, viene presa processionalmente 
        da
 questo tempi etto e portata a spalla fino alla chiesa di Santa Felicita 
        in agosto, con grande
 devozione degli Affilani che spesso ritornano per l' occasione dai luoghi 
        anche più lontani per
 rendere omaggio alla loro Madonna, onorata indubbiamente come protettrice 
        del paese alla
 stessa stregua della patrona S. Felicita.
 Nell'antica Cappella, addossata alla casa del Maresciallo d'Italia Rodolfo 
        Graziani, è
 rimasta custodita la primitiva sacra immagine, davanti alla quale viene 
        espletata la liturgia
 della novena che precede la festività della Madonna.
 Questa cappella ( m.2.50 x 2.00 ) serve soltanto da teca al dipinto della 
        Madonna del Giglio
 che conserva ancora l' incavo ad arco, tipico delle edicole campestri 
        dei tempi andati. Se ben
 si guarda, la chiesetta attuale è in posizione asimmetrica rispetto 
        all ' asse dell ' edicola, segno
 evidente che l'immagine sacra è rimasta al suo posto, come allora, 
        e che la cappella ne ha
 ricoperto soltanto i tre lati, essendo il quarto costituito dalla parete 
        di qualche tugurio per
 animali.
 Un piccolo altare sorretto da due colonnine marmoree, è abbellito 
        dalle figure di due angeli
 con, al centro, una colomba che reca nel becco un candido giglio. Ai piedi 
        dell ' altare è
 riportata una datazione MDCCCVIII, su una lastra marmorea, senza la motivazione.
 Oggi tutto il piccolo edificio è in uno stato pietoso di abbandono: 
        l'umidità che entra
 dall ' alto del cupolino e dal vetro mancante del portale, ha arrecato 
        danni gravissimi
 alI' affresco, secondo me già manomesso da arbitrari e pessimi 
        ritocchi posteriori, che mostra
 pieghe e rigonfiamenti forse irreparabili.
 ....Informazioni tratte dal libro 'AFFILE attraverso la sua trimillenaria 
        esistenza' di GIOVANNI SOZI, finito di stampare nel mese di Novembre 2002...
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