Chiesa di Santa Maria

Menzionata per la prima volta nel 1005; l'edificio attuale, ad aula rettangolare, presenta due fasi principali: la più antica, caratterizzata da 4 arconi gotici sottotetto e databili al XIII sec., fu prolungata nel XVI sec. di 2 capriate; un recente restauro ha messo in luce alcuni affreschi, databili al XXIV sec., che erano stati coperti da stucchi e affreschi del XVI XVII sec.

Dovrebbe essere la chiesa più antica dopo quella di S. Pietro, proprio perche non ci è possibile stabilirne con certezza ne l' età della sua primitiva edificazione ne tantomeno le funzioni ad essa attribuite.Fu così che una modesta quanto elegante chiesa intitolata alla Madre del Salvatore, Maria, venne costruita, attorno ai secoli VI/VII, come sede cattedratica episcopale della piccola diocesi di Ferentinello.

Questa chiesa, insomma, è stata la seconda chiesa affilana a cui furono affidati i diritti e le prerogative ufficiali; dopo il breve periodo svolto da quella di San Pietro, fu la prima vera parrocchia affilana che, anche quando rimase " extra muros" continuò ad essere la chiesa parrocchiale della popolazione di Affile nei secoli posteriori. Nel 1660 La chiesa di S. Maria viene definita ancora parrocchiale, posta extra muros e adibita anche a luogo di sepoltura degli abitanti del castrum. Solo nel 1673 la chiesa extramuraria di Santa Maria perderà del tutto le sue prerogative parrocchiali a favore della chiesa interna al castrum dedicata a S. Felicita Martire; quella,quella, però, conserverà le attribuzioni cimiteriali sia nelle sottostanti volte del pavimento sia in un suo Iato esterno.

Non sappiamo fino a quale periodo la chiesa abbia mantenuto questa mansione ma si crede opportunamente che abbia adempiuto a tale compito fino al tempo della caduta dello Stato Pontificio. Solo allora dovette avvenire quello spostamento dell'area cimiteriale affilana nel terreno che circondava la chiesa di S. Pietro.

Oggi questa bellissima e antica chiesa è adibita per le funzioni sacre durante le festività, è prescelta come tempio particolarmente idoneo per celebrare sposalizi, è luogo deputato per riunioni culturali e musicali anche profane, sia per la sua caratteristica bellezza nonche per la sua eccezionale acustica. Al visitatore che accede in questa chiesa, si presenta l'immagine stupenda della lunga navata e della maestosità delle arcate e delle travature lignee; in fondo la sobrietà architettonica del presbiterio riporta la mente a gustare emozioni e pensieri legati ad altre epoche storiche.

Interno della chiesa

Appena entrati, dalla parte del cornu evangelii appare, nella parete tra un arcone e l'altro, la prima cappella non intitolata alla Vergine, bensì al Cristo Crocifisso o alla Trinità, come a significare la maternità della Madonna lasciata in eredità dal morente a tutti i cristiani.

Nel campo maggiore dell'arco troneggia il Cristo crocifisso, sulla cui testa il Padre, con le braccia in accoglimento, sembra soffrire insieme a Lui. Ai piedi della Croce sono ritratti due importanti santi. Sant'Erasmo, vescovo di Siria, che subì crudeli torture durante le persecuzioni di Diocleziano; trasportato, poi, miracolosamente in Italia, egli subì un secondo martirio a Formia ne1303. Il suo nome corrotto in Sant'Elmo, acquistò grande importanza tra i marinai (famosi i fuochi di Sant'Elmo) divenendone il protettore ufficiale. L'altro è S. Nicola da Bari, vescovo di Mira, morto nel 350, a cui si attribuiscono moltissimi e suggestivi miracoli; il suo corpo nel 1087 fu trafugato da alcuni mercanti e trasportato a Bari, dove gli fu edificata la celebre basilica. Sotto sant'Elmo c'è la scritta in lettere cubitali " S. HERASMAE ORA P.N.", mentre ai piedi dell'altro si legge " S. NICOLAE INTERCEDE R.T.D.V.".

Sull'estradosso dell'arco vi sono raffigurate due scene riferentisi alla vita della Madonna. Sia a destra che a sinistra del pilastro dell ' arco compaiono due figure di santo, molto deteriorate, appartenenti al precedente periodo della chiesa. Proseguendo sullo stesso Iato della navata, si incontra la cappella dell'Assunta dove troneggia centralmente un affresco raffigurante la Madonna sulle nuvole (forse di qualche Confraternita), tra due angeli; ai piedi uno stuolo di confratelli incappucciati e di frati in ginocchio, mostrano la corona del Rosario tra le mani. Appartenente a precedenti epoche, in basso a sinistra si nota una santa con palma del martirio. Al centro è stata ricavata una nicchia, vi è stata posta la statuetta della Madonna di Fatima.

Chiude la serie la cappella dell 'Addolorata o dei Sette Dolori, quasi totalmente occupata dalla figura della Vergine trafitta da sette spade e con intorno i medaglioni riproducenti i misteri dolorosi. Bellissima la sequenza degli stucchi che ornano l' arco e i due piedritti nel cui intradosso sono affrescate le figure di un pontefice e di un bel S. Sebastiano. I piedritti dell' arco della cappella, inoltre, impediscono quasi la visione di due bellissime figure di santo : di tipo bizantineggiante e con ai piedi la piccola figura alto- medioevale del dedicante ( sec. I XIII).

Dalla parte opposta della nave, propriamente in cornu aepistulae, troviamo la cappella con l'affresco di una Madonna con Bambino benedicente nella culla; ai suoi Iati ricorrono le figure di San Michele Arcangelo e di Sant' Antonio da Padova. La parte bassa dell' opera è molto deturpata. Anche qui tra il piedritto dell' arco e quello che sorregge la navata, si vede appena la bellissima figura di una santa, appartenente ad autori precedenti. Bellissimo il ricamo dell'arco della cappella fatto con pregevoli stucchi a fiorami e puttini con cornucopia. Proseguendo verso la porta d'entrata, c'è la cappella con l'affresco della Vergine in trono; la parte superiore dell' opera è totalmente rovinata, mentre in buono stato sono le due figure laterali di San Giovanni Battista e di Santa con calice e libro nelle mani.

Chiude la rassegna delle sei cappelle quella detta di San Francesco, dove compare una Madonna con Bambino al centro e ai Iati le figure del poverello d' Assisi che riceve le stimmate e dall'altra una santa con lucerna e libro nelle mani. Nell'estradosso dell'arco si legge centralmente " ORA PRO NOBIS BEATE FRANCISCIE" , mentre ai Iati due angeli sorreggono la scritta "A VE MARIS STELLA, DEI MATER ALMA". Ai piedi di tutta l'opera corre la frase riferita al santo poverello: "DONASTI DOMINE SERVUM TUUM FRANCISCUM SIGNIS REDEMPTIONIS NOSTRAE"



Informazioni tratte dal libro "AFFILE attraverso la sua trimillenaria esistenza" di GIOVANNI SOZI, finito di stampare nel mese di Novembre 2002